Amicizia by Ralph Waldo Emerson

Amicizia by Ralph Waldo Emerson

autore:Ralph Waldo Emerson [Emerson, Ralph Waldo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788899271237
editore: Piano B
pubblicato: 2015-03-08T23:00:00+00:00


POLITICA35 (1844)

Nel trattare con lo Stato dovremmo ricordarci che le sue istituzioni non sono originarie, sebbene esistessero già prima che noi nascessimo; che non sono superiori al cittadino; che ognuna di esse fu una volta l’atto di un solo uomo; che leggi e costumi non furono che espedienti umani, per far fronte a qualche particolare caso; che tutte le istituzioni sono imitabili, alterabili; possono essere buone, sta a noi renderle migliori. Per il giovane cittadino la società è un’illusione. Essa giace davanti a lui, in una rigida quiete, con nomi, uomini e istituzioni radicati al centro, come querce, intorno a cui tutti si danno da fare meglio che possono. Ma il vecchio politico sa bene che la società è fluida e che non si danno centri né radici; che ogni particella può diventare improvvisamente il centro di tutto il movimento e costringere l’intero sistema a girargli intorno, almeno per un po’, come accadde per ogni uomo di grande volontà – un Pisistrato o un Cromwell – o per sempre, come per ogni uomo di verità – Platone o Paolo.

Ma la politica poggia su fondamenti necessari e non può essere trattata con leggerezza. Le repubbliche abbondano di giovani avvocati che credono siano le leggi a costituire le città, e che i grandi stravolgimenti politici e culturali, le attività di un popolo, il commercio, l’educazione e la religione possono essere respinti o approvati con un voto favorevole o contrario; che qualsiasi provvedimento, per quanto assurdo, possa essere imposto alla gente solo attraverso il consenso necessario per farlo diventare legge. Ma i più saggi sanno che una stolta legislazione è una corda di sabbia che si sbriciola nell’attorcigliarsi; che lo Stato deve assecondare – non guidare – il carattere e il progresso dei cittadini; che è possibile sbarazzarsi anche del più forte tiranno; che solo chi costruisce sulle Idee costruisce per l’eternità; che la forma di governo che s’impone non è che l’espressione della cultura del popolo che l’ha permessa. La legge non è che un memorandum. Ma noi siamo superstiziosi, e questo influenza la nostra considerazione dell’Istituzione: la sua forza sta nel carattere che anima gli uomini viventi, in carne e ossa. L’istituzione sta lì a dirci: «Ieri ci siamo accordati su questo e quello, ma cosa ne pensate, oggi, di questo?». L’istituzione è una moneta sulla quale imprimiamo la nostra immagine: ma ben presto non la si riconosce più e, dopo un po’, deve essere riportata alla zecca. La natura non è democratica né monarchico-costituzionale, ma dispotica, e non si lascia ingannare né sottrarre una sola briciola della sua autorità neppure dal più caparbio dei suoi figli; e quanto più rapidamente l’opinione pubblica si aprirà a una più acuta intelligenza delle cose, tanto più le leggi che la regolano saranno considerate brutali e balbuzienti. Non parlano in maniera articolata: noi dobbiamo renderle tali. Nel frattempo, l’educazione dello spirito generale non si ferma mai. I sogni dei puri e semplici si rivelano profetici. Ciò che il giovane poeta sogna, prega e dipinge



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